Il fenomeno pandemico può essere letto da un punto di vista psicologico sociale e clinico. Se da una parte c’è una fetta della popolazione, quella già malata o a quotidiano contatto con i malati, che ha a che fare con la realtà dei sintomi, delle strutture sanitarie, della paura della morte reale o di un contagio probabile, dall’altra troviamo chi ha a che fare con un problema diverso: l’affetto prevalente è in questo caso non tanto la paura bensì l’angoscia ovvero, seguendo il punto di vista freudiano, una situazione di attesa del pericolo e di preparazione allo stesso. Nella fattispecie, l’angoscia è dovuta sia alla natura inconsistente del virus sia al cambiamento delle routine quotidiane.
Il virus genera angoscia perchè è una "minaccia non localizzabile". Riprendendo le parole di Recalcati, si tratta di una " presenza invisibile e delocalizzata", che non possiamo, quindi, individuare nello spazio e di conseguenza evitare. L’angoscia è, dal punto di vista psicologico clinico, legata al panico. Riprendendo un’analogia presente in Recalcati, Freud sostiene che il panico sia una risposta emotiva umana analoga a quello che provavano le truppe quando perdevano il comandante in battaglia: un senso di sbandamento che mette in difficoltà la tenuta dei legami tra i membri dei gruppi.La perdita delle abitudini quotidiane, del lavoro, analogamente alla morte di un capo in battaglia per le truppe, genera un disorientamento e uno sbandamento delle persone. L’eredità dell’Edipo si esprime anche attraverso i ritmi quotidiani del lavoro (per esempio la sveglia, gli orari), il dress-code (come il dover indossare la cravatta): ciò ci consente, in un periodo storico caratterizzato dal crollo dell’Ideale e dal trionfo dell’individualismo, di dare un senso, una forma alla nostra esistenza.
Per mantenere la salute psicologica è importante quindi ricreare, anche in questa situazione d’emergenza, una routine quotidana con delle formalità. Si tratta di alzarsi ad un’ora definita, vestirsi come se dovessimo andare a lavoro (o quasi) per permettere a noi stessi di riorientarci in una dimensione del tutto nuova. Allo stesso tempo dobbiamo reinvestire le nostre energie, le nostre "leve motivazionali" e spostarle dall’esecuzione dei compiti lavorativi ad altri tipi di attività.
Quest’ultime sono spesso le stesse attività che ci mancano quando ci lamentiamo del tempo portatoci via dal lavoro. Esse riguardano le passioni personali, le attività creative (come dipingere, modellare, disegnare, comporre musica, suonare uno strumento, scrivere), le attività artistiche (come lettura, danza, ascoltare musica, guardare film, visitare musei on-line), le attività sociali on-line (le foto di videochiamate di gruppo che girano sui social ne sono un esempio: bello risentire le persone che, a causa degli impegni quotidiani, non abbiamo mai tempo di contattare), le attività formative (lo studio, l’approfondimento di tematiche di interesse, anche legate al lavoro).
Anche il tema della gestione dello stress non è secondario. Le notizie che vengono dai media, dalle persone che conosciamo, la situazione d’emergenza che stiamo vivendo ci mantengono costantemente in uno stato di allerta, pronti all’attacco o alla fuga, che inevitabilmente porta ad un aumento dello stress. Chi conosce e utilizza tecniche di rilassamento come training autogeno, rilassamento muscolare progressivo, yoga, meditazione le può utilizzare, ricordando che in queste situazioni particolarmente attivanti conviene sempre farne uso dopo un’attività che ci abbia permesso di scaricare un po’ di energia (ad esempio dopo l’attività fisica). Per chi non ne conosce ancora nessuna, è inutile mettersi ad impararle e ad applicarle subito: non farà altro che aumentare lo stress. In questo caso il miglior modo per gestire lo stress è soddisfare le nostre pulsioni primarie, quelle che Freud individua nell’"aggressività" e nella "libido". La pulsione aggressiva, in assenza dell’attività lavorativa, può essere scaricata per mezzo dell’attività fisica: in rete c’è molto materiale per allenarsi a casa e molti sono i personal trainer che danno consigli a riguardo. La pulsione libidica nella sua componente più istintiva può essere soddisfatta per mezzo di rapporti sessuali o simili, mentre nella sua componente sublimata coltivando le relazioni con le persone amate (amici, famiglia, partner, animali domestici).
Lunedì 27 settembre 2021